mercoledì 1 febbraio 2017

GENNAIO 2017: UNA SCOMODA VERITÀ (PRIMA PARTE)

Il titolo non è scritto a caso ma riprende ovviamente il titolo del famoso film documentario di Al Gore del 2007. Sono passati esattamente 10 anni (uscì proprio nel gennaio 2007) e pian piano ciò che diceva sta diventando realtà. Ma torniamo a quello che è successo in Abruzzo: il collega Cat Berro, in questo ottimo articolo, ha affermato che l’ondata di gelo del gennaio 2017 è paragonabile al febbraio 2012, quindi una delle più intense e durature degli ultimi decenni, soprattutto al meridione. L’estensione areale dell’anomalia è impressionante, come si può vedere dalla seguente immagine.


Anomalie termiche dei primi 20 giorni di gennaio 2017 (fonte WeatherBELL): una vastissima area con anomalia negativa ricopre quasi tutto il Vecchio Continente e in particolare la zona Balcanica e peninsulare italiana registra anomalie importanti.


Io non voglio entrare nel dibattito di eventuali colpe dei soccorsi, procura, provincia, allarmi non ascoltati ecc. (ci sarà sicuramente una vasta indagine penale a riguardo e io non sono certo un magistrato), ma voglio spiegarvi il motivo del titolo.
Scomoda verità e riferito sia dal punto di vista meteorologico, sia ingegneristico-economico. Per una volta tratterò anche di tematiche non del tutto inerenti alle previsioni meteo, ma amplierò il discorso nella SECONDA PARTE (in fondo un’altra mia passione è proprio l’economia!).
Cominciamo dal punto di vista meteo: scomoda verità perché DOBBIAMO abituarci a fenomeni simili in futuro, anche più ravvicinati nel tempo, e il gennaio 2017 NON è in contrasto con il global warming. Nonostante ci siano i negazionisti (anche persone potenti…), una delle conseguenze di quest’ultimo è la variazione del Jet Stream (JS). Il ricercatore J. Screen della University of Exeter ha studiato ed espresso una possibile variazione del JS alle medie latitudini sul Nord America (ma medesima affermazione si può fare anche per l’Eurasia): un ottimo studio di Woollings & Blackburn (2012) ha invece dimostrato la correlazione tra GW, JS e NAO. Non state capendo molto? Proverò a essere più chiaro.
Una delle possibili conseguenze di un maggiore riscaldamento ai Polo Nord (fatto CONCLAMATO) è l’accentuazione del JS: le ondulazioni si fanno più ampie, c’è una maggiore superficie di scambio tra masse calde e fredde nonché una maggiore altalena tra di esse, pertanto c’è alternanza di periodi molto caldi (più comuni) e molto freddi (meno comuni, ma sempre esistenti), il tutto in un contesto di RISCALDAMENTO globale.


Esempio di JS molto pronunciato (1 luglio 2015, fonte MeteoClima): si notano le vaste oscillazione che conducono a lunghi periodi "di blocco".


Per farla molto semplice è possibile una forte alternanza tra figure sub-tropicali persistenti (dicembre 2016) e figure artico-continentali persistenti (gennaio 2017), enfatizzando gli scambi MERIDIANI (direzione N-S): in altre parole o fa molto caldo per molto tempo, o fa molto freddo per molto tempo (meno probabile ma sempre possibile) o piove tanto per molto tempo (è una semplificazione, ricordo, ma non distante dalla realtà). Queste si chiamano situazioni “di blocco”, dove viene meno la classica dinamicità del nostro tempo, quest’ultimo si inceppa e per molti giorni permane una staticità assoluta a livello di meso e larga scala. Si badi bene che per staticità intendo anche l’incessante flusso atlantico del 2014, foriero di piogge continue e battenti per settimane!
Ecco spiegato per cui le ingentissime nevicate abruzzesi (che ricordo SONO VENUTE IN UNA ZONA ALTO LIVELLO NEVOSO, non sulla costa siciliana!) non sono in contrasto col GW.

Per concludere: la colpa è ancora una volta dell’uomo almeno per tre motivi.
1) I meteorologi avevano messo allerta massima e chi doveva prendere decisioni non ha fatto nulla per evitare la catastrofe del Rigopiano (e anche di tutti i paesini isolati)
2) Molte zone dell’Abruzzo e del Molise sono ESTREMAMENTE NEVOSE, quindi è assurdo che nel 2017, circondati da ogni tipo di tecnologia (anche del tutto inutile) non si riesca a fare una benedetta prevenzione!
3) Era plausibile che prima o poi un disastro sarebbe successo al Rigopiano, perché un tale ammasso di cemento e vetro (antivalanga direi!) è stato costruito in una zona a rischio valanghe e perdipiù con la facciata principale perpendicolare ad eventuale caduta di materiale, tutto ciò che NON si dovrebbe fare. A fianco all’(ex) hotel c’è un altro piccolissimo rifugio degli anni ’30 che ha retto perfettamente. Un secolo fa non c’erano ingegneria delle costruzioni e urbanistica eppure la struttura ha resistito, così come nel terremoto dell’Aquila del 2009 hanno retto chiese del ‘400 e non strutture degli anni ’70 del NOVECENTO. Io qualche domanda me la porrei…


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